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I nuovi standard di sostenibilità

Lo scorso 19 ottobre sono stati presentati ufficialmente i nuovi standard internazionali di rendicontazione della sostenibilità.
A proporli è la Global Reporting Initiative (Gri), il principale ente di riferimento per chi si occupa di bilanci di sostenibilità.

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Si tratta di una sorta di un nuovo linguaggio universale, che permetterà di produrre informazioni non finanziarie uniformi e che quindi consentirà alle aziende di essere più trasparenti nella comunicazione dell’impatto delle loro attività su economia, ambiente e società. Inoltre, sottolinea la Gri in un comunicato, «aiuteranno le organizzazioni a prendere migliori decisioni e a contribuire agli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite».

I nuovi standard sono l’ultima evoluzione di un processo multi-stakeholder durato oltre 15 anni, che era approdato finora alle linee guida G4, che saranno dichiarate definitivamente superate dal nuovo strumento entro il 1° luglio 2018.

I nuovi standard di rendicontazione possono essere scaricati gratuitamente sul sito della Gri e prevedono una struttura composta da 36 moduli che facilitano la comunicazione d’impresa su temi quali le emissioni di gas serra, l’uso di energia e acqua, e le pratiche lavorative. I nuovi standard Gri sono basati sulla materialità e si focalizzano sui temi che rappresentano gli impatti più significativi delle organizzazioni e che sono più importanti per gli stakeholder.

Nello specifico, gli strumenti sono basati innanzi tutto su tre standard universali, tre moduli, che possono essere applicati da qualunque tipo di organizzazione per preparare un rapporto di sostenibilità.

Gli altri 33 moduli sono invece una selezione di standard specifici che coprono questioni economiche, ambientali e sociali. In questo caso, almeno da un punto di vista numerico, la parte preponderante spetta agli standard sociali, a cui si riferiscono ben 19 moduli. Tra questi, per esempio, ci sono questioni come il lavoro, l’educazione, le pari opportunità, il lavoro minorile, i diritti dei popoli indigeni e molto altro.

Sono otto, invece, i moduli dedicati agli standard ambientali: i materiali utilizzati, l’energia, l’acqua, la biodiversità, le emissioni, i rifiuti, la conformità ambientale e la valutazione ambientale dei fornitori.

Sei moduli, infine, sono dedicati agli standard economici. In questo caso si va dalla performance economica alla presenza di mercato, dagli impatti economici indiretti all’adozione di buone pratiche, dalla lotta alla corruzione ai comportamenti anti-competitivi.
Per familiarizzare con le novità, il Gri propone una serie di attività, tra cui webinar interattivi, training certificati e altre iniziative.
(Fonte: Marco Ratti, http://www.eticanews.it/)